Il linguaggio dell'inconscio
Ma come possono questi strani segni aiutarci a vivere meglio con noi stessi?
Le rune, oltre ad avere un nome e un simbolo, rappresentano un archetipo radicato dentro di noi e nel nostro inconscio.
Tutti sappiamo di avere una lato cosciente e uno inconscio (che spesso ignoriamo...) che ci parla attraverso i sogni o, se non lo ascoltiamo, le malattie, oppure dando vita ad atteggiamenti che ci ostacolano e che non riusciamo a capire.
Un tempo si credeva che i sogni fossero messaggi divini, ma quando l’uomo è diventato “Illuminista” ha iniziato a studiare la psiche e, persino gli individui più razionali, hanno dovuto accettare l’esistenza di quella parte di noi che è nascosta (l’anima, l’inconscio, l’io spirituale…)
Questa parte nascosta è molto più potete (e prepotente!) di quella cosciente. Mi piace fare questo paragone: il nostro “cervello”, la parte razionale e cosciente, è un piccolo topolino (che a volte corre impazzito sulla ruota, come un criceto) mentre il nostro inconscio è un elefante, grosso, testone, ma saggio, molto più del topolino.
Questo elefante è invisibile, è vero, ma c’è e dobbiamo imparare a comunicare con lui, ad ascoltarlo a sintonizzarci, per armonizzare le due parti di noi, per vivere appieno le nostre potenzialità e per capire dove vuole andare il nostro “elefante”. Scoprire qual è il nostro posto nel mondo, quello che ci fa stare davvero bene.
Le rune vengono definite il linguaggio dell’anima perché parlano direttamente al nostro inconscio (avete presente quelle strane macchie dei test psicologici?), come un sogno a occhi aperti e ci permettono di approfondire la conoscenza del nostro lato oscuro.
Intraprendendo il sentiero delle rune, iniziamo un percorso di consapevolezza che ci aiuterà a vivere meglio con noi stessi e a volerci più bene. Non abbiate paura dell'elefante, è una parte di voi e, credetemi, è meglio averlo come alleato.
Provate a farlo camminare o cambiare direzione se non ne avesse voglia...
A presto, Claudia
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