JERA, l'anno

 


Con la runa ISA abbiamo imparato a bloccare il tempo e focalizzarci sul momento presente. JERA invece ci invita a riflettere sulla ciclicità.



Siamo nel periodo di passaggio tra la fine del vecchio anno e l’inizio del nuovo, tra la fine del vecchio giorno e l’inizio del nuovo; JERA ci dice che ogni fine ci porta a un nuovo inizio.

È un momento particolare in cui siamo portati solitamente a fare conti e bilanci, per capire cosa abbiamo fatto di buono, che cosa abbiamo ottenuto, cosa possiamo migliorare, per questo JERA viene anche definita la runa del raccolto, non inteso come dono della terra, ma come risultato di un progetto a lungo termine.

Sotto al ghiaccio di ISA, con la runa JERA incontriamo finalmente la nostra anima e scopriamo che essa è immortale, noi siamo immortali.

Questa consapevolezza può mandarci in confusione se non siamo preparati. Che cosa significa? Cosa cambia per me?

A prescindere dal credo religioso, qualunque dottrina ci insegna che lo spirito non muore; sia che crediamo nella reincarnazione o meno. Raramente, però, ci facciamo condizionare da questo concetto. Lo poniamo lì, come un qualcosa che per adesso non ci tange, “quando morirò, vedrò…”. Oppure, se siamo più coscienziosi, lo immaginiamo come una ricompensa per le nostre azioni, “se ho vissuto con cuore puro andrò in paradiso, o mi reincarnerò per una vita migliore per raggiungere il Nirvana…”

Ma JERA ci chiede di riflettere sul tempo, di ridimensionare il concetto che abbiamo di esso. Che valore hanno un giorno o un anno in un’esistenza immortale?

Ecco che dobbiamo sforzarci di ricordare l'impermanenza di questa nostra vita terrena, smetterla di affannarci per raccogliere più briciole, smetterla di correre per cercare di arrivare da tutte le parti.

A me piace pensare a JERA come alla runa della pazienza, una virtù preziosa che molto spesso ci manca, perché vogliamo ottenere tutto e subito, perché vogliamo fare sempre qualcosa in più… JERA ci dice di rallentare, di imparare a fare progetti a lungo termine e aspettare, come il contadino che in inverno pensa a quali coltivazioni vuole seminare da raccogliere a fine estate.

Per la sua forma può ricordare il simbolo orientale del TAO, il continuo mutamento dello YIN che si trasforma in YANG e viceversa, in perfetto equilibrio.

Ma me mi ricorda un’altra cosa e vi saluto con questa immagine:

un gatto raggomitolato su se stesso che dorme sul divano.



Impariamo ad avere pazienza…

A presto, Claudia.

Prossima runa EIWAZ



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