PERTH, il mistero
A questo punto del nostro viaggio, dopo aver attraversato i nove mondi (con EHIWAZ), ci troviamo ad entrare dentro PERTH, la grotta mistica della trasformazione.
Siamo al buio, nel pieno della notte, nel freddo dell’inverno, che cosa ci facciamo all’interno di questa caverna?
PERTH letteralmente significa “bussolotto”, un antico gioco basato sulla fortuna, viene comunemente tradotto con la parola “mistero”, il mistero della rinascita. Sì, perché la sua forma è spesso associata a un utero stilizzato. Rappresenta una coppa sacra, il crogiolo della trasformazione. Abbiamo già incontrato il potere del fuoco: quello di KENAZ, che illumina e quello di NAUTHIZ che fortifica, ma questa volta lasceremo che il calore possa addirittura fondere la nostra essenza e riplasmarla.
Come i nani della mitologia (e delle favole), dobbiamo armarci di piccone e scavare in profondità dentro di noi per cercare i diamanti e le pietre preziose che ci caratterizzano. Dobbiamo trovare i nostri talenti.
Per alcuni è molto facile.
C’è chi già in tenera età mostra chiare predisposizioni e aspirazioni verso una qualche forma d’arte: danza, pittura, musica, cucina… ; o sente la spinta di una vocazione sulla quale improntare la propria esistenza e diventare: medico, insegnante, sacerdote, politico…
Ma non per tutti è così. Come facciamo dunque a capire quali sono in nostri talenti?
Posso suggerirvi alcune domande per aiutarvi a comprendere, ma solo voi potete capire e sapere se le risposte che darete sono quelle giuste, per questo vi invito a scriverle sul vostro diario di viaggio (lo avete sempre con voi?) per poi porvele nuovamente dopo un po’ di tempo. Solitamente le prime risposte sono quelle che vengono dal cuore, dall’anima, ma a volte è la nostra testa a parlare, influenzata dall’educazione e dagli schemi mentali di cui non siamo ancora non siamo riusciti a liberarci.
Domandiamoci quindi non tanto quali sono le cose in cui siamo “bravi”, ma quali sono quelle azioni che ci danno gioia e appagamento, che mentre le compiamo ci fanno sentire realizzati; non importa se sono cose che vengono etichettate dalla società come inutili o non abbastanza belle.
Vi do un suggerimento: di solito sono legate al creare o all'aiutare...
Una riprova per comprendere qual è la nostra missione di vita è quello di capire cosa siamo disposti a fare anche senza essere pagati, per cosa siamo disposti a impiegare il nostro tempo anche quando ne abbiamo poco e che cosa facciamo che non ci pesa assolutamente.
Una volta individuate le vostre gemme (possono essere più di una) abbiate il coraggio di portarle nel crogiolo della rinascita.
Immergetevi nel calore di PERTH e lasciate che il suo potere agisca, plasmandovi in una nuova forma in cui le vostre gemme spendono negli occhi e nel cuore.
Date vita a una nuova versione di voi e dedicatevi a quelli che avete capito essere i vostri compiti. Se siete fortunati potrete farne un lavoro, ma se non è così, non tralasciateli e praticateli come un hobby, un passatempo, ancor meglio, una passione.
Vi faccio un esempio per essere più chiari: se capisco che mi piace cantare, che quando lo faccio mi sento bene e realizzata, non necessariamente devo diventare una cantante, magari posso dedicarmi alla frequentazione di un coro, oppure posso cantare per conto mio, in casa. Ma devo farlo, è importante. Acquistando fiducia, giorno dopo giorno, dobbiamo deciderci a condividere il nostro dono con gli altri, perché difficilmente possiamo portare a termine la nostra missione di vita in solitudine, ma pian piano ci arriveremo prima della fine del viaggio.
Per adesso restiamo ancora un po’ qui a crogiolarci nel calore di PERTH, guardiamo le nostre pietre preziose, apprezziamone il valore e prepariamoci alla nostra rinascita.
A presto, Claudia.
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